mercoledì 30 maggio 2012

i nostri acquisti alimentari

Ogni volta che faccio la spesa, controllo la provenienza di alcuni prodotti in esposizione nei punti vendita della GDO nella mia città.
E' interessante capire le dinamiche commerciali che vi stanno dietro e che spesso dall'esterno sembrano irrazionali.
Ecco un esempio:
Cosenza si trova a 30 minuti di strada dall'altopiano Silano, che risulta essere uno dei posti con l'aria più pulita d'Europa, famoso per le sue bellezze naturalistiche, il parco nazionale e per la produzione delle patate IGP.
Queste patate vengono acquistate spesso da grandi gruppi della trasformazione per i loro prodotti surgelati o vendute in sacchetti da grandi marchi del settore.
Nonostante ciò nei punti vendita della GDO vedo patate provenienti da altre regioni d'Italia (nella migliore delle ipotesi) o, spesso, da altri paesi come la Francia.
Le nostre patate le trovi in qualche negozietto o sui furgoncini dei venditori ambulanti.
Un mio fornitore mi diceva che le sue patate, certificate biologiche, non hanno sbocco sul mercato locale, quindi partono per un centro di smistamento che si trova a Ravenna con un prezzo a destinazione di €0,40 al kg (quindi escluso trasporto a lui vengono pagati tra i 25 e i 30 centesimi) e poi saranno vendute alla Esselunga di Milano ad un prezzo di €1,00 al kg.

Se consideriamo che il costo del trasporto dalla Sila a Cosenza sarebbe insignificante, noi potremmo comprare questo prodotto ottimo ad un prezzo più conveniente di quello che pagano i consumatori milanesi, ma sugli scaffali troviamo le patate francesi.............

lunedì 28 maggio 2012

cosa fanno le multinazionali ai produttori agricoli

premetto che  alcune delle informazioni contenute nei miei post possono provenire da fonti "attendibili" di cui non citerò la provenienza e quindi non potete verificarne la veridicità, altre, semplicemente si trovano su internet.
lo scopo di questi messaggi è provocatorio e deve spingere i consumatori a riflettere su ciò che si trova sugli scaffali della GDO e quindi cercare di fare acquisti più o meno ponderati.

negli scorsi mesi si è parlato molto del caso della famosa multinazionale del beverage (di cui non oso scrivere il nome) e del contratto con i produttori delle arance della piana di Rosarno.
alla fine di molte negoziazioni si è giunti ad un compromesso che ha portato i produttori a rinnovare il loro contratto con la multinazionale.

io mi chiedo quale sia il guadagno dei produttori nel vendere grandi quantità a prezzi ridicoli, infatti sembra che abbiano spuntato un prezzo di circa 7centesimi al kg per le loro arance......
fate una breve riflessione e pensate a quanto costano le arance nei supermercati.
Inoltre sembra che quel famoso 12% di "concentrato" di succo d'arancia, non sia tutto proveniente dalle arance di Rosarno, ma venga integrato con arance del Sudamerica che, per combattere un parassita presente in quell'area, vengono trattate con prodotti chimici banditi in Italia sin dagli anni 30.

ripeto, queste sono "voci" quindi bisogna mettere tutto in discussione, ma io quando vedo la famosa bibita all'arancia....ci penso prima di berne un sorso!!!

sabato 26 maggio 2012

Benvenuti

Questo Blog nasce dalla passione per il buon cibo, che poi si tramuta in lavoro, cioè l'esportazione di tipicità italiane e di conseguenza diventa scoperta e consapevolezza di ciò che oggi mangiamo.
Infatti, negli ultimi decenni, il nostro modo di nutrirci è diventato sempre più "globale" e soggetto a dinamiche dettate spesso da grandi gruppi industriali del settore alimentare indirizzando sempre più l'alimentazione verso un processo di consumo di massa, portando i consumatori ad acquistare cibo come ricarica delle proprie batterie, quindi promuovendo in modo speculativo un'alimentazione pronta all'uso e di scarsa selezione qualitativa.
Nella selezione dei prodotti che consumiamo, la discriminante principale è quasi sempre il prezzo, e la GDO attira i consumatori in "trappole" quali le promozioni, i 3x2, le offerte speciali e altri trucchi bizzarri che spingono a comprare qualcosa, che, anche se non se ne ha realmente bisogno in quel dato momento, potrebbe servire in futuro ma oggi si trova tra gli scaffali ad un prezzo competitivo.
Il risultato è drammatico: i prodotti più venduti sono quelli offerti in saldo, e i consumatori che entrano in un punto vendita con una lista di 5 prodotti, ne escono spesso con 10 o più per sfruttare le offerte speciali. Quindi, le leggi fondamentali della domanda e dell'offerta sono state stravolte. Io cliente non compro un prodotto per soddisfare un bisogno, ma compro qualcosa che mi viene messo nel carrello dalla mano invisibile del venditore attraverso campagne promozionali del canale distributivo e che credo possa soddisfare un bisogno futuro che comunque ad oggi ancora non si è materializzato.
Questa assurda dinamica ci porta a riempire inutilmente i nostri carrelli, a discapito della qualità di ciò che mangiamo (argomento che sarà approfondito in seguito), e riducendo il potere contrattuale del produttore che vede aumentare le quantità prodotte e vendute, ma vede diminuire i suoi margini di guadagno.
Questo Blog si prefigge di condividere segreti e curiosità sul mondo alimentare al fine di promuovere un'alimentazione genuina e tradizionale, ma soprattutto, salutare ed ecocompatibile.
Noi siamo ciò che mangiamo” , scriveva il filosofo Feuerbach già nel 1862, mentre  Ippocrate aveva teorizzato la connessione tra cibo e salute nel 400 ac dicendo “ Fa’ che il cibo sia la tua medicina e la tua medicina il cibo”.
Attualmente, le malattie metaboliche legate ad una cattiva alimentazione sono cresciute, ma il dato più preoccupante è che l'Italia, patria della dieta mediterranea che ha portato al record di longevità, detiene il primato europeo per obesità nella fascia d'età tra i 6 e i 9 anni..................