sabato 7 novembre 2015

Carne e cancro



Lo IARC, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ha confermato ciò che si sospettava da anni: carni rosse e lavorate aumentano le probabilità di ammalarsi di cancro. Gli esperti raccomandano di assumerle con moderazione, ma facciamo chiarezza su alcuni punti importanti.


Che salumi e carni rosse fossero da limitare lo sapevamo da tempo: troppo sale e fonte di grassi saturi non fanno bene al nostro sistema cardiovascolare. Che fossero collegati ad alcuni tipi di tumore era noto soprattutto per la carne cotta alla griglia (per la formazione di alcune sostanze durante la cottura) e per i salumi. Ora lo IARC, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ha confermato quello che si sospettava: carne lavorata e carne rossa aumentano le probabilità di ammalarsi di cancro. Innanzitutto è bene sottolineare che i problemi per carne lavorata e carne rossa sono differenti e che non sono pericolose nello stesso modo di tabacco e amianto. Chiariamo alcuni aspetti importanti.

La carne lavorata è cancerogena?

Per carne lavorata si intende carne salata, essiccata, fermentata, affumicata, trattata con conservanti (nitrati e nitriti), ovvero quello che chiamiamo genericamente salumi. Per esempio wurstel, prosciutti, salsicce, carne in scatola o sotto sale, così come i preparati o i sughi a base di carne. Secondo lo IARC questi sono da catalogare tra gli agenti cancerogeni, quale causa di tumore del colon-retto. Il rischio aumenta al cresce del consumo quotidiano: una porzione da 50g di salumi, mangiata ogni giorno, aumenta il rischio del 18%.

La carne lavorata è pericolosa come tabacco e amianto?

Nel gruppo delle sostanze cancerogene per l’uomo, troviamo anche il fumo di tabacco e l’amianto, per esempio. Questo significa che il prosciutto è cancerogeno come le sigarette? No. La carne lavorata è stata classificata nella stessa categoria, ma questo non significa che sono pericolosi in ugual misura. Le classificazioni dello IARC considerano la forza dell’evidenza scientifica di una sostanza nel causare il cancro, ma non valutano il livello di rischio. Ogni anno nel mondo circa 34.000 morti di cancro sono attribuibili a una dieta ricca di carni lavorate e circa 50.000 sarebbero i decessi dovuti a un eccessivo consumo di carne rossa. Il tabacco è, invece, responsabile certo di circa un milione di morti registrate ogni anno nel mondo.

La carne rossa è altrettanto pericolosa?

Innanzitutto per carne rossa si intende quella di tutti i mammiferi: bovini (vitello e manzo), maiali, agnelli, montoni, pecore e cavalli. Questa non è stata classificata come cancerogena, ma comeprobabilmente cancerogena. Il rischio in questo caso è più difficile da stimare, ma gli studi stimano che il rischio del cancro al colon-retto può aumentare del 17% per ogni porzione da 100g consumata quotidianamente.

Si può quantificare il rischio di mangiare carni rosse?

I dati a disposizione non permettono di fornire una risposta. Gli scienziati dello IARC ribadiscono che l’incremento del rischio è piccolo, ma questo aumenta con il crescere delle quantità consumate. Le linee guida sull'alimentazione già consigliano di limitare il consumo di carne rossa e soprattutto i salumi della dieta. La nuova classificazione dello IARC rappresenta un invito ancora più forte a seguire queste raccomandazioni, così come a inserirle in un contesto più ampio fatto da una dieta ricca di frutta e verdura, nella quale siano presenti anche proteine vegetali (legumi), un consumo limitato di alcolici e  di sale. Il tutto accompagnato da uno stile di vita fisicamente attivo.

mercoledì 30 settembre 2015

Latte crudo o latte fresco?

Da qualche tempo si è nota la comparsa nelle città e nei comuni di piccole capannine nelle quali si può acquistare del latte sfuso. Ci si porta, da casa, la bottiglia (accuratamente pulita), o si compra al distributore una bottiglia che potrà essere riutilizzata. Si inseriscono le monete nella macchina , si riempie la bottiglia e dopo la si beve o la si porta a casa e i latte si può conservare per 3-4 giorni in frigo.
Questo strano fenomeno, dopo aver avuto un discreto successo oltreoceano, da un paio di anni è cominciato anche nel nostro paese e ora sta prendendo piede:
è la vendita del latte crudo al distributore, soprannominato da molti “il latte alla spina”.
E’ doveroso precisare che da questi distributori si ottiene del latte fresco, nel senso che è stato munto da poche ore.
Questo latte è “crudo”, cioè non ha subito trattamenti termici e viene venduto sfuso, è diverso dal latte “fresco” che si trova, già confezionato e sigillato, in commercio nei supermercati e nei negozi.
Questo ultimo ha subito un processo di pastorizzazione.

Differenze tra latte crudo e latte fresco

Il Latte Crudo

il latte “crudo” dei distributori è latte munto da poco tempo e comunque meno di 24 ore; proveniente da allevamenti, di qualità, accuratamente controllati dal punto di vista igienico e sanitario dalla competente Ausl: il latte viene solamente filtratorefrigerato rapidamente a una temperatura compresa fra 0 e 4° e conservato a questa temperatura.
I distributori di latte, anch’essi controllati dall’Ausl, vengono gestiti direttamente dall’azienda che produce il latte o da forme associate di produttori.
Si tratta di una forma di vendita diretta.

Il Latte Fresco

Il latte “fresco” può avere più di 24 ore dalla mungitura, subisce un trattamento termico industriale a una temperatura relativamente bassa, ma sufficiente a uccidere gli eventuali germi patogeni.
La distanza dal luogo di produzione e la catena commerciale possono essere molto lunghe.
Per intenderci meglio sulle differenze:
Tra questi due tipi di latte vi sono delle differenze anche dal punto di vista organolettico e della composizione. Il trattamento termico di pastorizzazione che da un lato distrugge gli eventuali microorganismi potenzialmente patogeni, dall’altro però abbassa il valore nutrizionale del latte distruggendo vitamine e degradando proteine.
In Particolare:
Il latte crudo
    contiene una flora batterica benefica,.vitamine, Enzimi come la fosfatasi, lisozima , proteine, grassi e sali minerali.
Il latte fresco
    a causa del processo termico di pastorizzazione modifica le sue caratteristiche in particolare ha una carica batterica molto bassa; i grassi sono più digeribili rispetto al latte crudo però di contro le vitamine presenti all’ origine sono in parte degradate, le proteine sono per circa il 40% denaturate e la caseina è meno digeribile.Alcuni enzimi come la fosfatasi vengono inattivati e molti sali minerali, in particolare di calcio e fosforo, assumono forme poco solubili e quindi assimilabili con difficoltà dall’ organismo umano.
    E’ evidente che si tratta di due prodotti diversi, ma che si sono trovati a essere contrapposti perché ci sono di mezzo gli interessi economici di due categorie:
    l’industria del latte e gli allevatori.

    I vantaggi della vendita diretta del latte

    La vendita diretta del latte ha una duplice convenienza economica in quanto assicura benefici sia ai produttori che ai consumatori. Il consumatore paga mediamente il 30% in meno che al negozio e al produttore viene riconosciuto un compenso almeno doppio rispetto al vendere il latte all’industria.
    Il maggior margine operativo sul venduto riconosciuto agli allevatori può contribuire a ridurre la ricerca dell’economia di scala per ridurre i costi di produzioni, con un conseguente, molto probabile decadimento della qualità del latte. La maggior parte dei distributori è ubicata al Nord Italia ma il fenomeno sta crescendo anche nel resto del paese.
    Una diatriba molto diffusa è quella sulla necessità della bollitura del latte crudo. La bollitura fa decadere le qualità nutritive più della pastorizzazione e paradossalmente la conservazione in frigorifero del latte bollito è meno sicura di quella del latte crudo.
    L’ ausl, oltre agli allevamenti, controlla spesso i distributori, il latte è di elevata qualità e può essere consumato così come prelevato, ma vanno seguite delle basilari norme di igiene, in particolare, la bottiglia vuota per il latte deve essere accuratamente pulita, meglio se sterilizzata, e deve essere rispettata la catena del freddo.
    Articolo scritto da Aldo Nardini di Agri.Bio Emilia Romagna .

lunedì 24 agosto 2015

Gli effetti del Biologico

“The organic effect”: ecco gli effetti del cibo biologico sul nostro organismo


Sin dagli anni ’80 Coop Svezia è stata pioniera per il biologico, aiutando gli agricoltori a passare alla coltivazione bio, favorendo l’accessibilità del cibo biologico per i consumatori e incitando la politica a favorire sempre di più la produzione di cibo biologico.
Lo studio ha preso come campione una famiglia composta da cinque persone, chiedendo ai diversi membri di cambiare la propria dieta e mangiare per due settimane, solo cibi bio. “Non compriamo mai prodotti biologici, perché costano di più e noi siamo una famiglia numerosa” ha spiegato la madre, Anette Palmbergs.
Le analisi delle urine fatte prima dell’esperimento rivelano, in tutti i membri della famiglia, la presenza di sostanze chimiche, in particolare, insetticidi, funghicidi e sostanze utilizzate per regolare la crescita delle piante. Dopo appena due settimane di dieta strettamente biologica, ripetendo lo stesso esame, i livelli di sostanze nelle urine diminuiscono notevolmente.
“Vogliamo – spiegano i responsabili di Coop Svezia – che la gente capisca perchè vale la pena di mangiare biologico, fa bene alla salute e all’ambiente. Lo studio ha dimostrato che mangiare cibo bio può riduorre i livelli di pesticidi nel corpo.
Quando la famiglia selezionata ha cambiato alimentazione, i livelli di pesticidi e il loro numero si sono ridotti, come risulta dai campioni biologici. Speriamo che questo studio e questo filmato possano incoraggiare la discussione e il confronto sui benefici del cibo biologico”.

Fonte: Informasalus
Tratto da: Morasta

giovedì 6 agosto 2015

Tutti i benefici del pomodoro




Pasta al sugo un po' più spesso, e insalata di pomodori anche tutti i giorni: aumentare il consumo di pomodori nella dieta non può che far bene alla salute, spiegano i ricercatori del National Center for Food Safety & Technology dell'Illinois Institute of Technology.

Calorie dei pomodori
I pomodori sono un frutto ricco d'acqua, vitamine e sali minerali, ma povero di calorie. Anche chi segue una dieta con restrizione calorica di solito può consumare pomodori senza problemi, dato che 100 grammi di pomodori freschiapportano soltanto 18 calorie. Approfittiamo dei pomodori feschi quando sono di stagione per arricchire la nostra alimentazione con questi preziosi ortaggi.
1) Benefici per il cuore
Il consumo di pomodori è correlato ad una diminuzione del rischio di incorrere in patologie cardiache pari al 29%. Il pomodoro, a patto che sia di provenienza biologica, è considerato come un vero e proprio farmaco naturale adatto per la prevenzione delle malattie che interessano il cuore, e non solo.
2) Contenuto di vitamina C
I pomodori sono ricchi di vitamina C, un elemento ritenuto fondamentale nel corretto funzionamento del nostro sistema immunitario, che il nostro organismo dovrebbe dunque assumere quotidianamente al fine di proteggersi dalle malattie. L'OMS indica che la quantità di vitamina C da assumere giornalmente debba essere pari a 45 mg. 100 gr di pomodori maturi ne contengono 25 mg, mentre 100 gr di conserva di pomodoro ne contiene 43 mg. (Fonte)
3) Contenuto di licopene
Il licopene, potente antiossidante, è considerato un alimento altamente protettivo per il nostro organismo nei confronti delle malattie degenerative legate ai processi di invecchiamento. Il licopene ci protegge da danni genetici e dalle conseguenti malattie. Il contenuto di licopene nei pomodori e pari a11mg/100 g nella polpa ed a 54 mg/100 g nella buccia. (Fonte )
4) Proprietà anticancro
I nutrienti fondamentali contenuti nei pomodori, compreso il sopraccitato licopene, conferiscono ad essi delle comprovate proprietà preventive nei confronti del cancro, con particolare riferimento ai tumori che colpiscono il colon e la prostata.
5) Proprietà dimagranti
Il consumo dei pomodori può essere considerato adatto a tutti coloro che necessitino di intraprendere una dieta dimagrante. Pare infatti che essi contribuiscano ad aiutare l'organismo nella perdita di peso. Ciò avverrebbe poiché i pomodori sarebbero in grado di stimolare la produzione dell'aminoacido carnicina, utilizzato dall'organismo per trasformare i lipidi in energia.
6) Prevenzione dell'osteoporosi
A parere di alcuni esperti una carenza di licopene nel periodo della menopausasarebbe in grado di favorire la comparsa dell'osteoporosi. E' bene dunque consumare alimenti ricchi di licopene ad ogni età a scopo preventivo (salvo particolari controindicazioni individuali). Oltre che nei pomodori, il licopene è contenuto in alimenti come angurie, cachi e pompelmi.
7) Controllo del colesterolo
I pomodori sono considerati come alimenti in grado di aiutare l'organismo a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue. Il loro consumo è dunque ritenuto adatto per coloro che abbiano questa necessità. Altri alimenti in grado di contribuire all'abbassamento del colesterolo sono l'avena e gli spinaci.
8) Protezione della vista
I pomodori sono benefici per gli occhi e per la vista, che sono in grado di proteggere per via del loro contenuto di betacarotene e luteina, in grado di ripararli dalle malattie degenerative. Broccoli, melanzane, zucche e zucchine sono altri alimenti particolarmente consigliati per la protezione degli occhi e delle capacità visive.
9) Proprietà digestive
I pomodori sono in grado di favorire il buon funzionamento dell'intestino per via del loro contenuto di fibre vegetali, come l'emicellulosa e la cellulosa, che sono particolarmente presenti nella sua buccia. Per questo il consumo di pomodori viene spesso consigliato a coloro che soffrono di stitichezza e intestino pigro.
10) Proprietà diuretiche
Per via del suo elevato contenuto di acqua, il pomodoro è in grado di stimolare la diuresi soprattutto se è consumato fresco e crudo, senza l'aggiunta di sale. Altri alimenti tipici dell'estate in grado di favorire la purificazione dell'organismo tramite l'eliminazione dei liquidi in eccesso sono angurie, meloni e cetrioli.



Fonte
http://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/8374-pomodori-calorie-benefici