sabato 23 giugno 2012

prodotti contaminati

Nel 2007 due scienziati Modenesi hanno dimostrato che in alcuni prodotti alimentari abbastanza conosciuti commercializzati in Italia e altrove vi era la presenza di particelle di metalli pesanti cancerogene provenienti da inceneritori di rifiuti.
Di seguito la lista dei prodotti, con la speranza che dal 2007 ad oggi queste sostanze non siano più presenti in essi!!!!


1. PANE PANEM  
2. CORNETTO SANSON  
3. BISCOTTO MARACHELLA SANSON  
4. OMOGENEIZZATI PLASMON AL MANZO/ AL PROSCIUTTO E VITELLO
5. CACAO IN POLVERE LINDT  
6. TORTELLINI FINI  
7. HAMBURGER MC DONALD  
8. MOZZARELLA GRANAROLO
9. CHEWINGUM DAYGUM PROTEX PERFETTI  
10. INTEGRATORI FORMULA 1 E 2 HERBALIFE  
11. PANDORO MOTTA  
12. SALATINI TINY ROLD (USA)
13. BISCOTTI OFFELLE BISTEFANI
14. BISCOTTI GALLETTI/GRANETTI/MACINE/NASTRINE DE MULINO BIANCO BARILLA
15. BAULETTO COOP      
16. PLUMCAKE
17. GIORLETTO BISCOTTI  
18. BISCOTTI RINGO PAVESI
19. PANE CARASAU I GRANAI DI QUI SARDEGNA
20. PANE CIABATTA ESSELUNGA
21. PANE MORBIDO MULINO BIANCO BARILLA  
22. PANE ANGELI CAMEO





mercoledì 20 giugno 2012

cosa c'è di sbagliato?






Guardate le due immagini....riuscite a trovare le differenze?
voglio darvi solo alcuni numeri per riflettere:
  • Alcuni studiosi sostengono che il mondo con le sue produzioni alimentari  possa sfamare 11 miliardi di persone;
  • La popolazione mondiale ad oggi è di circa 7 miliardi di persone;
  • 1 miliardo di persone al mondo è denutrita;
  • 1,5 miliardi di persone sono in sovrappeso, di cui mezzo miliardo sono obesi

"mi risulta che oggi (20/Giugno/2012) negli USA siano stati spesi 331 milioni di dollari per malattie causate da obesità"

questi dati sono pubblici http://www.worldometers.info/

Quindi, mi sembra di capire che c'è che muore di fame e chi muore perché ha mangiato troppo!!!

Eppure i grandi della terra continuano a riunirsi per risolvere il problema della fame nel mondo!


il mondo è abbastanza ricco per soddisfare i bisogni di tutti, ma non lo è per soddisfare l’avidità di ciascuno. (Mahatma Gandhi)

martedì 19 giugno 2012

L'agricoltura del futuro

Il video che troverete a questo link è molto interessante.
Sono cosciente del fatto che sia un po' lungo, ma fa riflettere sul ruolo dell'agricoltura nell'ambiente, sia in positivo che in negativo.
http://www.youtube.com/watch?v=Ia7CNAte3Dw

lunedì 4 giugno 2012

le "bufale" che ci vendono

tempo fa hanno trasmesso a Presa Diretta  il servizio che potete vedere al link di seguito
http://www.youtube.com/watch?v=WfKPOOsU1M4
in questo video i grandi produttori di pasta italiani, per intenderci, quelli che producono la pasta che troviamo sugli scaffali a prezzi attraenti, hanno dichiarato che preferirebbero usare il grano italiano per la semola che usano nei loro prodotti, ma non possono perchè le varietà di grano italiane non hanno le caratteristiche per poter essere adoperate a tale scopo.
Quindi, loro malgrado, sono costretti a far arrivare le navi dall'Australia o dalla Romania o da chissà dove, che resta stivato per più di un mese, arriva pieno di muffe, viene trasportato a cielo aperto per tutta Italia e poi diventa quell'ottima pasta "made in italy" che tutto il mondo ci invidia.
Bene, ho chiesto ad alcuni piccoli produttori di paste artigianali di alta qualità se loro condividevano questa teoria, e, come speravo che fosse, hanno smentito.
Coloro che producono pasta di alta qualità usano semola di grano italiano appositamente selezionato, hanno i controlli sanitari nel pastificio ogni giorno, quindi il minimo riscontro di muffe o altre imperfezioni implica il blocco delle produzioni e degli stabilimenti.
Allora ne deduco che quella buona pasta che troviamo nei supermercati a 60 o 70 centesimi a pacco e che viene pubblicizzata in televisione, non può essere prodotta con semola italiana perche quest'ultima non idonea, la pasta che invece costa oltre 1 euro può utilizzare la semola italiana.
Nel frattempo coloro che coltivavano i cereali stanno cedendo i loro terreni alle aziende che vi istallano i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche perchè più redditizio.



venerdì 1 giugno 2012

la crisi dei consumi

negli ultimi mesi ci hanno martellato il cervello con la parola CRISI!
crisi economica, gente che perde il lavoro, giovani che non ne trovano e quindi crisi dei consumi.
Nella mia città, mentre succedeva tutto questo, hanno aperto altri 2 o 3 punti vendita di famosi nomi della GDO e da settimane risultano strapieni da non trovare un parcheggio.
Allora viene da pensare: o la crisi non esiste oppure nella mia città non è arrivata.
Invece, analizzando meglio ciò che succede, mi è sembrato ci capire che oggi, con la scarsa disponibilità economica del consumatore medio, non potendo destinare alla spesa alimentare un budget sufficiente a comprare tutto il necessario per una famiglia, si deve decidere se orientarsi verso la qualità a prezzi alti e quindi a discapito della quantità, oppure bassa qualità e quantità sufficienti per tutti.
In questo contesto, si inseriscono benissimo le nuove aperture di punti vendita in quanto tutti attirano i consumatori con prodotti a prezzi stracciati per qualche settimana.
Non c'è da meravigliarsi se il consumatore medio che compra il caffè X pagandolo normalmente €8,40 venga attirato dall'offerta dello stesso caffè a €5,99.
In questo caso mi pongo le seguenti domande:
-sono gli altri negozianti a fare un ricarico troppo alto?
-è il nuovo punto vendita che decide di vendere questo prodotto in perdita per il periodo della promozione?
-o forse è proprio la grande distribuzione che, con la promessa di fare grandi volumi, chiede al produttore del caffè X di fornire un determinato quantitativo a prezzi coi quali non riesce a coprire neanche i costi di produzione, ma con l'auspicio che tutto ciò serva a costruire vendite solide in futuro?

Altro fattore preoccupante di questo sistema è la selezione dei prodotti:
ho visto consumatori intorno ad uno scaffale ammassati a strappare le ultime 6 o 4 bottiglie di un  olio extra vergine d'oliva dal famoso nome toscano di cui per decenni abbiamo visto le pubblicità in televisione. Tutti discutevano dell'ottima offerta di questo olio di "qualità" a €1,99 a bottiglia.....
Come se la qualità la facesse il "NOME" famoso che porta sopra. Nessuno di loro si è chiesto come potesse essere possibile vendere a quel prezzo un olio "buono" considerando che solo bottiglia vuota, tappo ed etichetta hanno un costo di circa €1,00.
Ciò significa che il prodotto in se aveva un valore commerciale di €0,99 a lt e in questo doveva essere incluso il margine di guadagno del produttore, del confezionatore, dei grossisti o agenti e del punto vendita della grande distribuzione, vi lascio immaginare la qualità dello stesso.....
L'etichetta riportava la dicitura: "ottenuto da olii comunitari".
Vale a dire che si tratta di un cocktail di olii provenienti da Spagna, Grecia ecc, quindi va incluso il trasporto e l'inquinamento che questo ha prodotto per arrivare fino a Cosenza.
Inoltre ciò aiuta i produttori di olio locale a proseguire nell'abbandono delle campagne in quanto, trovando il Famoso olio a €1,99, sono rimasti in pochi a comprare un olio prodotto in Calabria con certificazione biologica a poco più di €5,00 a lt.