venerdì 1 giugno 2012

la crisi dei consumi

negli ultimi mesi ci hanno martellato il cervello con la parola CRISI!
crisi economica, gente che perde il lavoro, giovani che non ne trovano e quindi crisi dei consumi.
Nella mia città, mentre succedeva tutto questo, hanno aperto altri 2 o 3 punti vendita di famosi nomi della GDO e da settimane risultano strapieni da non trovare un parcheggio.
Allora viene da pensare: o la crisi non esiste oppure nella mia città non è arrivata.
Invece, analizzando meglio ciò che succede, mi è sembrato ci capire che oggi, con la scarsa disponibilità economica del consumatore medio, non potendo destinare alla spesa alimentare un budget sufficiente a comprare tutto il necessario per una famiglia, si deve decidere se orientarsi verso la qualità a prezzi alti e quindi a discapito della quantità, oppure bassa qualità e quantità sufficienti per tutti.
In questo contesto, si inseriscono benissimo le nuove aperture di punti vendita in quanto tutti attirano i consumatori con prodotti a prezzi stracciati per qualche settimana.
Non c'è da meravigliarsi se il consumatore medio che compra il caffè X pagandolo normalmente €8,40 venga attirato dall'offerta dello stesso caffè a €5,99.
In questo caso mi pongo le seguenti domande:
-sono gli altri negozianti a fare un ricarico troppo alto?
-è il nuovo punto vendita che decide di vendere questo prodotto in perdita per il periodo della promozione?
-o forse è proprio la grande distribuzione che, con la promessa di fare grandi volumi, chiede al produttore del caffè X di fornire un determinato quantitativo a prezzi coi quali non riesce a coprire neanche i costi di produzione, ma con l'auspicio che tutto ciò serva a costruire vendite solide in futuro?

Altro fattore preoccupante di questo sistema è la selezione dei prodotti:
ho visto consumatori intorno ad uno scaffale ammassati a strappare le ultime 6 o 4 bottiglie di un  olio extra vergine d'oliva dal famoso nome toscano di cui per decenni abbiamo visto le pubblicità in televisione. Tutti discutevano dell'ottima offerta di questo olio di "qualità" a €1,99 a bottiglia.....
Come se la qualità la facesse il "NOME" famoso che porta sopra. Nessuno di loro si è chiesto come potesse essere possibile vendere a quel prezzo un olio "buono" considerando che solo bottiglia vuota, tappo ed etichetta hanno un costo di circa €1,00.
Ciò significa che il prodotto in se aveva un valore commerciale di €0,99 a lt e in questo doveva essere incluso il margine di guadagno del produttore, del confezionatore, dei grossisti o agenti e del punto vendita della grande distribuzione, vi lascio immaginare la qualità dello stesso.....
L'etichetta riportava la dicitura: "ottenuto da olii comunitari".
Vale a dire che si tratta di un cocktail di olii provenienti da Spagna, Grecia ecc, quindi va incluso il trasporto e l'inquinamento che questo ha prodotto per arrivare fino a Cosenza.
Inoltre ciò aiuta i produttori di olio locale a proseguire nell'abbandono delle campagne in quanto, trovando il Famoso olio a €1,99, sono rimasti in pochi a comprare un olio prodotto in Calabria con certificazione biologica a poco più di €5,00 a lt.



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